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domenica 27 febbraio 2011

Cazzarola

Perché non mi avete avvertito che le Nozze di Figaro dura quasi 4 ore?!?
Sono andata in teatro trulla trulla con la mia macchina fotografica e i primi 2 atti sono andati sciolti, al terzo atto lamentavo il mal di schiena, al quarto mi sono svaccata su una poltrona vuota in prima fila e ho fatto foto da lì.
Mioddio non finiva mai.
Tornata a casa mi sono guardata allo specchio e… l’orrrrooore (cit.) sembravo una reduce da un attentato.
Devo smetterla di andare a teatro senza informarmi adeguatamente prima e senza prepararmi psicologicamente.

Lurker fate qualcosa.

venerdì 25 febbraio 2011

Domani sera



ho uno shooting ed è una vita che non prendo in mano la mia reflex a causa dello studio e del lavoro.
Oddiooo e adesso che faccio? 
Sento di aver dimenticato come si fotografa.

giovedì 24 febbraio 2011

Just a man... a successful man #1

Io non sono una maniaca della Apple, non sono fissata con i-pad, i-pod, i-phone, macbook (anche se un macbook pro lo vorrei per la sua capacità grafica, ma questa è un'altra storia)... Comunque, il succo è che non sono una fissata di queste cose, anche perché non ci capisco molto, ma ieri sera K. mi ha fatto vedere il video del discorso ai laureandi dell'Università di Stanford del 2005 (parte I e II) di Steve Jobs e vi giuro che mi sono messa a piangere. Non perché lui sia il fondatore della Apple e per questo sia un figo, ma perché lui è un uomo, un uomo che ha avuto le palle di combattere. Cazzo se ha le palle. E che è arrivato fin dove è arrivato. E mi dispiace, ma tutti quelli che si siedono e si lamentano dicendo che non ce la possono fare, che c'è la crisi ecc... fottetevi tutti (me compresa). Se non avete le palle, continuate pure a piangervi addosso, che rimarrete esattamente dove siete. Perché nei vostri lamenti alla fine ci state comodi. E allora mettetevi le pantofole e stappate una birra, perché non andrete oltre la porta del vostro salotto.



Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie. 

La prima storia è sull'unire i puntini. Ho lasciato il Reed College dopo il primo semestre, ma poi ho continuato a frequentare in maniera ufficiosa per altri 18 mesi circa prima di lasciare veramente. Allora, perché ho mollato? E' cominciato tutto prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata, e decise di lasciarmi in adozione. Riteneva con determinazione che avrei dovuto essere adottato da laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare fin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Però quando arrivai io loro decisero all'ultimo minuto che avrebbero voluto adottare una bambina. Così quelli che poi sono diventati i miei genitori adottivi e che erano in lista d'attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte che gli diceva: "C'è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete voi?" Loro risposero: "Certamente". Più tardi mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata al college e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l'adozione. Poi accetto di farlo, mesi dopo, solo quando i miei genitori adottivi promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college. Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l'ammissione e i corsi. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, che spendevo tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando per tutta la loro vita. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all'epoca, ma guardandomi indietro ritengo che sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell'attimo che mollai il college, potei anche smettere di seguire i corsi che non mi interessavano e cominciai invece a capitare nelle classi che trovavo più interessanti. Non è stato tutto rose e fiori, però. Non avevo più una camera nel dormitorio, ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Guadagnavo soldi riportando al venditore le bottiglie di Coca cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. Una volta la settimana, alla domenica sera, camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente un buon pasto al tempio Hare Krishna: l'unico della settimana. Ma tutto quel che ho trovato seguendo la mia curiosità e la mia intuizione è risultato essere senza prezzo, dopo. Vi faccio subito un esempio. Il Reed College all'epoca offriva probabilmente la miglior formazione del Paese relativamente alla calligrafia. Attraverso tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con calligrafie meravigliose. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito la classe di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai dei caratteri serif e san serif, della differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, di che cosa rende grande una stampa tipografica del testo. Fu meraviglioso, in un modo che la scienza non è in grado di offrire, perché era artistico, bello, storico e io ne fui assolutamente affascinato. Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare una applicazione pratica nella mia vita. Ma poi, dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi tornò tutto utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E' stato il primo computer dotato di una meravigliosa capacità tipografica. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non sarei mai riuscito a frequentare quel corso di calligrafia e i persona computer potrebbero non avere quelle stupende capacità di tipografia che invece hanno. Certamente all'epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all'indietro. Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all'indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa - il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita. 

lunedì 21 febbraio 2011

La stessa medaglia

Negli ultimi tempi, passavamo buona parte della notte abbracciati nel letto. Lasciava la persiana alzata in modo che la luce della luna filtrasse attraverso le tende perché diceva che creava atmosfera e io potevo vederlo quando socchiudevo gli occhi e sapevo che era lì con me. Mi accarezzava i capelli e io ero accoccolata sul suo petto. Ogni volta. Ma proprio mentre ero lì così, in questo angolo di paradiso, non riuscivo a non piangere.
Ero al massimo grado di felicità che io avessi mai provato e piangevo senza riuscire a controllarmi. A volte cercavo di nasconderlo, ma era tutto inutile, mi scopriva sempre. Dio, quanto sembra stupido a ripensarci.
O forse no.
La nostra è una condanna. Quando il tuo cuore stracolma di felicità, una felicità che non sei in grado di contenere, che l’unico modo che avresti per controllarla sarebbe urlare al mondo quello che senti… proprio in quel preciso istante, qualcosa si rompe, sale in gola, e cresce in maniera quasi proporzionale un altrettanto dolore alla consapevolezza che tutto questo finirà di lì a breve. Ed è tutto lì, parte dal cuore, sale la gola e intacca le corde vocali, e qualsiasi cosa tu stessi per dire muore in un singhiozzo. Qualsiasi pensiero tu stessi per articolare svanisce e la vista si annebbia e le lacrime scendono calde, sulle guance e sul suo petto.
E non so, ma forse è nostro destino che felicità e tristezza siano così spaventosamente fusi insieme, quasi come fossero la stessa cosa. Come una condanna a non essere mai veramente felici davvero.

- Va bene, allora… parlo?
- Sì
- Ehilà, ciao. Sono Maggie Murdock e, bene, ho fatto del sesso fantastico con… com’è che ti chiami?
- Oh, terribile…
- Jamie e qualcos’altro. E stiamo filmando così lui si ricorderà per sempre quanto sono sexy. Ero. Bambini, se lo state guardando, rimettetelo subito nel nascondiglio segreto, o ve ne pentirete. Ci saranno conseguenze. Che altro? Mmmm… Solo quanto sono felice. Ora in questo momento, proprio ora [ndr. vedo il sorriso più triste che abbia mai visto], con la luce che ti illumina il viso, arriva una leggera brezza da una finestra e non importa se avrò altri 10.000 momenti come questo o soltanto questo perché è tutto lo stesso. Sì, solo questo: ora, in questo momento. Io ho questo.
 

Love and other drugs

mercoledì 16 febbraio 2011

Eccoci


Mi sono rivista per due secondi con te mentre guardavamo Gilda, io nel mio letto e tu nel tuo, facendoci commenti su msn.
Che momenti meravigliosi!
^___^

lunedì 14 febbraio 2011

Buon San Valentino a tutti

Quando ero più piccina odiavo San Valentino. Eccola qui, un'altra invidiosa che rode.
Naaaa... io avevo paura di San Valentino perché si faceva la caccia al primino che poi veniva comunque estesa ai secondini. Due anni terribili.
Detto tra noi, di San Valentino non me ne può fregar di meno. Anzi, guardate da chi vi faccio fare gli auguri?


sabato 12 febbraio 2011

You're a firework

Bellissima canzone, davvero e anche video.



Ti sei mai sentito come una busta di plastica trasportata
dal vento, che vuole ricominciare tutto da capo?
Ti sei mai sentito sottile come un foglio di carta,
e come un castello di carte, ad un soffio dal cadere?

Ti sei mai sentito già sepolto in profondità?
delle urla a tre metri sotto terra che nessuno sente
Sai che c’è ancora una possibilità per te?
Perché c’è ancora una scintilla in te 
(…)
Perché tesoro sei un fuoco d’artificio
Su, mostra a tutti il tuo valore
Fa’ loro esclamare “Oh, oh, oh”
Mentre ti lanci nel cielo 
Non ti devi sentire come se non valessi niente
Sei originale, non puoi essere rimpiazzato
Se solo sapessi ciò che riserva il futuro
Dopo un uragano c’è un arcobaleno

Forse è colpa tua se tutte le porte sono chiuse
quindi potresti aprirne una che ti porterà alla strada giusta
Come un lampo di luce, il tuo cuore soffierà
E’ quando è il momento, lo saprai

Devi solo dar fuoco, la luce, e lasciarla splendere
Fai tua la notte come il quattro di luglio.

venerdì 11 febbraio 2011

Tra le mille cose che avrei da dire...

... che si faccia una statua a chi ha inventato le pile a dinamo. Perché in questa serata di black out intermittenti mi permette di finire di leggere :)

martedì 8 febbraio 2011

Pieghe spazio cerebrali

Oggi volevo riportare uno dei pochi contenuti significativi proveniente dal mio blog risalente al 13 ottobre 2010

Oggi ho visto "A beautiful mind" e mi ha dato da pensare. Sì, forse non c'entra un piffero con il film e con la schizofrenia in genere, ma in ogni cosa con la quale si entra in contatto si trovano spesso appigli, spunti sui quali riflettere...
Nella fattispecie ho riflettuto sulla figura dell'anticonformista, anche ricollegandomi ad un complimento che mi è stato rivolto la settimana scorsa: "Guarda Chiara, di te non mi preoccupo, tu hai ribellione che esce da tutti i pori"

Ora, sapete qual è il pericolo nell’essere anticonformisti? Di sognare una vita normale perché più facilmente gestibile. Il rischio, però, è che per un anticonformista raggiungere lo status di vita normale è più semplice che l’inverso, ovvero per una persona normale raggiungere una vita anticonformista.E cosa c’è di negativo in tutto ciò? Beh, la cosa negativa è che l’anticonformista non sarà mai felice in una vita semplice e normale, nonostante l’abbia desiderata a lungo, perché si ritroverebbe ad essere un pesce troppo grande in un acquario troppo piccolo.


Quindi entrano in gioco diversi fattori, il coraggio, la costanza, che si contrappongono alla fatica e alla pigrizia. E il complimento che mi è stato rivolto è bello, ma ogni tanto mi ritrovo a desiderare una vita normale in cui stare tranquilla e smettere di lottare. Sarebbe così bello e semplice lasciarsi andare...


See you soon :*


Il lato oscuro della Forza #1

Sentire una malsana soddisfazione nel rispondere ad una mail lunghissima con 7 parole.


Muahahahahahahahahah

lunedì 7 febbraio 2011

It's a new era

La mia vita nella blogsfera (o blogosfera, che dir si voglia), rispecchia paro paro il mio peggior difetto: cominciare un sacco di cose fichissime e non portarne a termine mai nemmeno mezza. Ho cominciato e lasciato a marcire tanti di quei blog che un po' mi vergogno. Ma solo un po'.
Che cosa volete che vi dica, sono femmina e tutte le novità mi piacciono un sacco: nella fattispecie, l'idea di cambiare blog, template e cazzilli vari è esaltante... per i primi 10 minuti; poi si trasforma in tutta una serie di smadonnamenti perché non capisci dove cavolo vanno i pinco pallo di codici html.
Per quanto mi riguarda, il cambio del blog è un po' come quello che per il 90% delle donne è una seduta dalla parrucchiera: taglio nuovo vita nuova. Ma è solo perché non vado spesso dalla parrucchiera, quindi mi tocca sublimare in altre maniere.
Dopo il disastroso project365 (disastroso solo a causa della scostanza di cui sopra) abbandono le amorevoli cure di mamma Splinder e approdo a nuovissimi lidi. E, come una che è sempre in ritardo rispetto alle mode, eccomi su Blogger.
Vorrei dire che sono cambiata, che sono una persona nuova perché ho un blog nuovo di pacca, ma mentirei clamorosamente. Non faccio promesse. Ho smesso!
Ma devo dire che mi piace un sacco questo angolino.

See you soon, dunque.