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lunedì 17 ottobre 2011

In and Out

Pare che i blog personali non vadano più di moda.



Ricordo quando cominciai, nel 2006 se non sbaglio.
Ero su Splinder e c'era una bella combricola: mi divertivo da matti. Avevo 16-17 anni, ma non mi ricordo esattamente perché cominciai. All'epoca non avevo nemmeno una connessione internet tutta mia e dovevo andare nello studio di papà e scroccargli il cavo ethernet quando era a lavoro. E forse fu per quello, che quando cominciai a usare msn, perché il mio fidanzatino era dall'altro capo dell'Italia (e i presupposti mostrano molto esplicitamente il mio futuro attuale da single cronica), rimasi estremamente affascinata da un sito trovato per caso, che solo dopo scoprii che si chiamava BLOG. Figata! Mio.
Avevo 16-17 anni. Era il blog di un'adolescente, cosa volete che ci scrivessi? Lamentele, cose tanto tristi, nessuno mi capisce e bla bla bla... dite che non è cambiato? Ma no, dai. Per lo meno la forma si è evoluta.

Ad ogni modo, pare che ora come ora i blog/diario non vadano più di moda, mentre quelli tecnici, quelli How It's Made continuano imperterriti a fare proseliti. Io in primis: non potrei vivere senza. Ma la ragione è presto detta. Che senso ha sbattersi ed elaborare un pensiero coerente in un tot. di frasi di senso compiuto, con tanto di congiunzioni e subordinate quando ci sono i social network che fungono da diario personale in molte molte meno parole e molta molta meno fatica?
Di conseguenza l'interesse per questo tipo di blog è venuto meno, tanto che ora qui sento l'eco: mi sembra di parlare da sola. Qualcuno mi ascolta, ma nessuno parla. Ma vi voglio ringraziare, perché non c'è sicuro il rischio di montarsi la testa. Sarò sempre la stessa ragazza del Bronx. Yò!

E allora cosa succede? Come funziona? Vedo e sento di consigli per diventare youtuber primariamente, ma sempre validi anche per i blog e dicono più o meno le stesse cose: mettetevi in gioco e mostrate al mondo la vostra passione, quello che sapete fare meglio, siate creativi, divertitevi, ingegnatevi.
Consiglio che dice tutto e niente, imho.
E' che devi quasi essere un esperto di marketing per destreggiarti. Flickr, Twitter, Tumblr, Facebook, LinkedIn... prendo una laurea e torno. Ok?
Davvero, pur passandoci tanto tempo non li so usare per davvero, in maniera utile intendo. Le dinamiche socio-tecnologiche vanno conosciute per un loro utilizzo finalizzato a.

Poi capito per caso su questo articolo di Girl Geek Life (che, tVa paVentesi, adoVo), che mi parla di calendario editoriale. Calendario editoriale?!? Per un blog?!? Io poi, che mi piscio addosso, come i cani che si emozionano, quando sento questi termini (sono malata di terminologia imprenditoriale, non so che dirvi),  penso: non ci avevo mai pensato, ma che figata!
E poi lo stallo.
E mò?!? Di che parlo?!?
Perché voglio un blog?
A che mi serve? Mi serve?
Perché voglio che la gente mi legga?
Diventerà un lavoro a tempo pieno non retribuito, lo so già...

E quindi sono ancora qui a sentire l'eco della mia voce. E' come essere su in montagna senza esserci davvero. Fico, eh?

UPDATE:
- Ho trovato questo post sul blog di Marco Freccero, che parla di blog. Bello e condivisibile. Lo so, tra il dire e in fare c'è di mezzo il mare, ma intanto cominciare a capire un paio di concetti chiave non è male.

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