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venerdì 3 giugno 2011

Soundtrack

Solo due cose sono fattibili quando ormai sono giorni e giorni e giorni che piove: la prima è lamentarsi, cosa che tra l'altro ho fatto fino trenta secondi fa; la seconda è prendersi una broncopolmonite, come sto facendo or ora.

-- oddio! Agliuto, un fulmine fortissimo! e nemmeno un paio di braccia in cui nascondersi. Me tapina. --

Ad ogni modo, ho preso la mia poltroncina e l'ho posizionata davanti alla finestra, che ho prontamente spalancato. Sì lo so, ormai è quasi buio e non si vede più la pioggia cadere, ma almeno ascoltarne il ticchettio è bellissimo. La colonna sonora che mi regala al ritmo delle percussioni dei tuoni fa venire i brividi. Sì, lo ammetto, i brividi sono anche dovuti al freddo (entra un'arietta non troppo estiva dalla finestra). Eh, va bene mi sono messa una copertina addosso come le vecchiette. Contenti?

Ogni tanto vengo illuminata dalla luce di un lampo: sembra proprio una di quelle scene da film dell'orrore. Seduta qui alle soglie del mondo, dare uno sguardo alla natura in tempesta fuori è l'esperienza artistica (o estetica, per gli addetti ai lavori) più alta alla quale potremmo mai assistere.

Lo diceva pure il signor Edmund Burke quando ci esponeva il suo concetto di sublime, che sarebbe l'orrendo che affascina: cioè la natura nei suoi aspetti più terrificanti diventa sublime poiché produce la più forte emozione che l'animo sia capace di percepire.


E quindi niente. Ormai è buio e a stento a percepire i contorni dell'albero di magnolia qui di fronte. Sono qui come se fossi al cinema. E ragazzi, la colonna sonora è da paura!

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